Ai bordi delle nostre strade e nei prati in campagna, l’arrivo della primavera e l’esplosione dell’estate hanno spesso i colori viola o porpora dei fiori del trifoglio selvatico. Molto diffuso anche nei pascoli come foraggio per il bestiame e nelle rotazioni agrarie per la rigenerazione dei terreni, questa pianta è apprezzata come ornamento nei giardini e conosciuta da secoli come erba officinale che vanta numerose virtù benefiche.

Il trifoglio è una fonte naturale di sostanze nutritive. La sua fama curativa è dovuta soprattutto alla presenza di fitoestrogeni, sostanze naturali che svolgono una funzione ormonale: ecco perché è considerato un prezioso alleato della salute femminile.

I benefici che può portare all’organismo sono degni di nota. Eccone alcuni:

  • rallenta l’invecchiamento della pelle;
  • può contribuire a frenare l’osteoporosi;
  • smorza i disturbi della menopausa;
  • pulisce il sangue e aiuta a tenere lontane le malattie cardiovascolari;
  • riduce il colesterolo cattivo;
  • è un antinfiammatorio naturale e agisce sulle sindromi respiratorie.

Per tutte queste capacità, da secoli il trifoglio è considerato una pianta sacra e miracolosa. Ricco di sostanze nutritive, ha molto di sé da raccontare. Vuoi scoprirne tutti i segreti e le proprietà specifiche? Approfondiamo insieme!

L’identikit del trifoglio: principi attivi e uso storico

Il trifoglio è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee (leguminose), genere comprendente circa 300 specie, tutte diffuse nelle regioni temperate dell’emisfero boreale e in quelle montuose dei tropici. Il suo nome è ispirato alla forma della foglia divise in tre, anche se esistono varietà che ne possiedono di più. La pianta è per lo più annuale o biennale e in qualche caso perenne; la sua altezza è normalmente attorno ai 30 cm. Predilige terreni argillosi ed è molto adattabile, anche se non sopporta bene il freddo. Il trifoglio, una volta piantato, cresce rapidamente (2-15 giorni); per il suo portamento tappezzante, può essere classificato anche come infestante.

La varietà più utilizzata in fitoterapia è quella rossa (Trifolium pratense), che si distingue come fonte di sali minerali (calcio, cromo, magnesio, fosforo e potassio) e vitamine (tra cui A, B12, K, E e C) e di fitoestrogeno, che contribuisce a mantenere l’equilibrio ormonale.

Alcune delle sue doti terapeutiche erano già note in epoca greca e romana, come confermano citazioni di Discoride, Plinio Il Vecchio e Galeno. Nei secoli successivi la pianta fu utilizzata come rimedio per la febbre, come diuretico e come stimolante per il ciclo mestruale, grazie alla funzione disinfettante dovuta ai suoi flavonoidi, abbinata all’azione antispastica e sedativa della curanina e all’attività antinfiammatoria della metilotogenina. Di questa pianta medicinale si utilizzano le parti aeree.

I benefici conosciuti sono diversi. Scopriamoli!

Elisir di giovinezza e alleato contro l’osteoporosi

Grazie al suo potere antiossidante, il trifoglio contrasta l’azione dei radicali liberi che causano l’invecchiamento cellulare. Dalla pianta si estraggono fitormoni, in particolare estrogeni, che rallentano la degenerazione cutanea.  Questi ormoni vegetali sono utili anche per contribuire alla mineralizzazione delle ossa, aiutando così a prevenire o a rallentare l’osteoporosi.

Rimedio per tosse e mal di gola

L’infuso di trifoglio è un rimedio naturale di lunga data per affrontare alcuni disturbi dell’apparato respiratorio come:

  • tosse;
  • bronchite;
  • affezioni polmonari;
  • mal di gola;
  • laringiti;
  • riniti;
  • febbre da fieno.

Merito delle virtù espettoranti e antiasmatiche della pianta, che leniscono gli spasmi dei bronchi, ripuliscono le vie aree e calmano la tosse.

Amico delle donne durante la menopausa

La capacità naturale del trifoglio di regolare l’equilibrio ormonale si rivela da secoli utilissima alle donne in menopausa. I fitormoni attenuano alcuni disturbi fastidiosi e caratteristici del climaterio, come attestato da uno studio. Gli isoflavoni sono solubili in acqua e agiscono come gli estrogeni, aiutando a tenere sotto controllo vampate di calore, stati depressivi, palpitazioni e nervosismo (si veda, per esempio, questa ricerca).

Questi composti, infatti, sono in grado di esercitare un'azione agonista nei confronti dei recettori intracellulari dell'estradiolo.

Secondo alcuni, il trifoglio potrebbe contribuire ad alleviare anche i sintomi della sindrome premestruale (come il dolore al seno) e potrebbe avere effetti positivi sulla fertilità, esercitando benefici sulla produzione di ormoni femminili indispensabili alla riproduzione.

Spazzino fluidificante per il sangue

Tra le proprietà più note del trifoglio c’è anche quella di essere un purificatore naturale del sangue. Merito delle piccole quantità di cumarine, sostanze chimiche utili a mantenere il flusso circolatorio fluido e pulito. In questo modo si riduce di conseguenza la possibile formazione di coaguli e placche arteriose.

Alcuni studi hanno dimostrato come il trifoglio sia anche utile per combattere l’accumulo di grasso nel sangue. L’assunzione regolare favorisce l’incremento del colesterolo HDL (quello "buono") mentre abbassa i livelli del colesterolo LDL (quello "cattivo") e per questo motivo può essere d’aiuto per prevenire le malattie cardiache.

Secondo alcuni, potrebbe anche aiutare a smettere di fumare.

Protegge dalle infiammazioni

Il fiore del trifoglio giallo è utilizzato in fitoterapia popolare contro depressione, insonnia e palpitazioni. Se ne documenta l’uso storico come collirio per occhi stanchi e arrossati.

Se sono ben note le indicazioni del trifoglio per il trattamento di acne, psoriasi, eczemi, punture di insetti, ascessi o ulcerazioni, meno conosciuto è il suo impiego nel trattamento di mal di testa, disturbi della memoria, dolore alla schiena, crampi muscolari e rigidità del collo.

L’infuso di trifoglio può essere utile anche per combattere colon irritabile, cistiti e coliche renali.

Modalità d’uso e controindicazioni

Le dosi di trattamenti omeopatici possono variare da un individuo all'altro, anche in funzione del tipo di disturbo che si decide di trattare. Il consiglio è quindi di consultare un esperto, farmacista o erborista, e testare sempre la terapia in modalità contenuta.

Gli stessi prodotti contenenti trifoglio forniscono indicazioni utili per valutare come somministrare il preparato.

Sebbene sia considerata una pianta sicura della quale non si riportano tossicità o effetti collaterali significativi, il suo utilizzo non è tuttavia raccomandato per donne in gravidanza o allattamento o in caso di tumori estrogeno-dipendenti.

A titolo precauzionale è da escluderne l’assunzione anche in caso di piani terapeutici con anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici (per un aumentato rischio di sanguinamento), estrogeni e contraccettivi (il trifoglio potrebbe ridurne l’efficacia) e progestinici.

È sconsigliata l’assunzione del trifoglio anche per gli uomini in caso di malattie della prostata.

Il trifoglio in cucina

Vuoi stupire o far assaggiare nuovi sapori a tavola? Prova il trifoglio rosso. Lo puoi utilizzare in cucina come ingrediente a sorpresa per risotti, insalate o minestre. I fiori possono essere gratinati, brasati o serviti in abbinamento a misticanze selvatiche.

Anche i germogli di trifoglio sono ottimi e fanno molto bene.

Che aspetti a sbizzarrirti?